“Quella della casa è sicuramente un’emergenza, che tra l’altro non attribuirei semplicemente a questo governo: va avanti da parecchio tempo e viene abbastanza ignorata da qualsiasi posizione politica abbia avuto il potere dai tempi addirittura del piano Fanfani, l’ultima azione seria fatta da un governo italiano (ma bisogna tornare indietro di sessant’anni)”. Così Roberto Salis, ingegnere e padre dell’eurodeputata Ilaria Salis, intervistato da Francesco Borgonovo a Calibro 8 su Radio Cusano Campus.
“Io credo che quella dei soldi sia una scusa che viene utilizzata da tutti. In Italia abbiamo avuto degli incentivi destinati alla casa spesi in modo secondo me non oculato. Faccio riferimento al super bonus, ma anche al sisma bonus e al bonus facciate. Se non sbaglio, da quello che vedo, sono stati spesi 220 miliardi di euro per questi programmi, che hanno prodotto dei vantaggi sbagliati secondo me, perché il capitale pubblico deve essere utilizzato principalmente per migliorare il capitale pubblico, non per migliorare il capitale privato. Per cui secondo me non ci sono questi limiti di soldi, il problema è definire come spendere questi soldi”.
“Il tema – continua nel corso dell’intervista – non deve essere quello di sanzionare gli affitti brevi. Il problema è far funzionare quello che abbiamo come pubblico. Sono due cose che vanno separate: io sono assolutamente contrario al fatto che un individuo non possa fare dal suo capitale privato quello che preferisce, non c’è assolutamente nessun dubbio. Questo però non pregiudica il fatto che si possa intervenire seriamente per fare in modo che il capitale pubblico venga rivalutato e utilizzato per lo scopo per cui è stato destinato”.
E in merito alla vicenda giudiziaria della figlia Ilaria: “C’è qualche recentissimo aggiornamento che penso non abbia avuto alcuna rilevanza sulla stampa. C’è stata finalmente una prima mossa sulle querele che abbiamo sporto per diffamazione, per cui il giudice ha deciso di procedere con un’udienza. A metà giugno andremo in Tribunale per rivedere la prima delle querele che abbiamo sporto durante il caso di mia figlia, quella nei confronti del Giornale, diretto da Alessandro Sallusti, con la giornalista Paola Fucilieri che abbiamo querelato per diffamazione”.