5 Febbraio 2025

Caso Ornavasso, l’avvocato Pipicelli: “Edoardo Borghini ha detto di non aver mai voluto uccidere suo figlio, ma solo fermarlo” 

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L’avvocato Gabriele Pipicelli, legale di Edoardo Borghini, è intervenuto nella prima puntata di Fatti di nera, il programma in onda dal lunedì al venerdì su Cusano Media Play (www.cusanomediaplay.it), per chiarire la posizione del suo assistito in merito all’omicidio di Ornavasso, sostenendo la tesi della legittima difesa. Nella serata di domenica 19 gennaio a Ornavasso al termine di una violenta lite familiare, il 64enne Edoardo Borghini ha ucciso il figlio 34enne Nicolò con un colpo di fucile.

Non ha mai avuto problemi. Se oggi si ha il minimo problema, le armi vengono ritirate. Quindi questo è l’armadio proprio, la cassaforte, dentro l’uscio di camera. Ha aperto la cassaforte in camera, dove deteneva il fucile, ha inserito queste due munizioni che sono da caccia, sono Calibro 22, e ha sparato in modo orizzontale, come a volerlo fermare. Fatto vuole che questo ragazzo nel frattempo però si muovesse e quindi sono stati colpiti degli organi vitali che lo hanno portato a una morte pressoché immediata” ha spiegato Pipicelli.

L’avvocato ha poi descritto il contesto familiare e i precedenti episodi di violenza:

Ci sono stati altri episodi comunque di violenza, di aggressioni verso i genitori? Sì, ma mai arrivati a tanto. Lo schiaffo, il calcio, il pugno, una volta ha inclinato le costole del padre, però tutto alla fine si chiudeva. L’unico che in un certo momento ha chiesto aiuto è stato il papà. Però, poi, questo ragazzo ultimamente aveva un lavoro a tempo indeterminato che gli aveva trovato il papà, e si comportava in modo impeccabile sul lavoro e in settimana quindi non beveva. Questi episodi si verificavano nei fine settimana, quindi in questa situazione il papà una volta si è rivolto ai carabinieri, ma poi la cosa si chiuse lì perché c’era un disaccordo tra i coniugi, proprio in ordine al fatto di dover affrontare questa situazione in modo pubblico. La mamma aveva timore che potesse perdere il posto di lavoro e quindi a volte l’eccesso d’amore può portare a situazioni che poi portano a far accadere quello che uno non vorrebbe mai accadesse. Come dice il padre: ‘Quella sera non ho mai voluto uccidere mio figlio, quella sera non lo volevo uccidere, ma lo volevo fermare’. E quella sera, secondo i genitori, aveva bevuto tantissimo. In effetti poi ci sono anche dei riscontri, dei testimoni che raccontano di averlo visto fare una sorta di ‘via crucis’ fra vari bar, a bere. Ora gli esami autoptici e poi i tossicologici daranno conto di cosa ha assunto, quanto ha assunto e se in quell’occasione magari abbia assunto anche dell’altro visto che era una situazione dove era particolarmente esagitato questo ragazzo”.

Pipicelli ha sottolineato la complessità del caso e l’importanza di raccogliere tutti gli elementi necessari alla difesa di Borghini:

In questo momento stiamo raccogliendo tutta una serie di elementi perché è una situazione estremamente delicata. E comunque questo potrà emergere anche dagli incontri con lo psicologo, la necessità di ricostruire esattamente in quel momento quale potesse essere anche la sua esatta capacità di intendere, di volere, perché questa era una situazione di pericolo che comunque c’era, soprattutto nei confronti della moglie. La legittima difesa o un eccesso colposo o una preterintenzione. Voglio dire, c’è molto da lavorare raccogliendo una serie di elementi, ripeto, per confortare quello che ha manifestato Edoardo, una volontà che non era sicuramente quella di uccidere, neanche a titolo di dolo eventuale. Attualmente la contestazione è di un omicidio aggravato dall’essere legate, le parti, dal rapporto parentale e quindi la pena è quella dell’ergastolo”.

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